01 novembre 2011

Achille e la tartaruga

regia. Takeshi Kitano
sceneggiatura. Takeshi Kitano
soggetto. Takeshi Kitano
anno. 2008
genere. Commedia
cast. Takeshi Kitano, Kanako Higuchi, Yurei Yanagi, Kumiko Aso, Akira Nakao
Per descrivere la trama di questo film basterebbe riportare il paradosso di Zenone, quello di Achille e della tartaruga appunto, proprio come fa la sequenza d'animazione iniziale. Una semplice proposizione, ma perfettamente riassuntiva. Ecco la biografia dell'artista Machisu:
" Achille, simbolo di rapidità, deve raggiungere la tartaruga, simbolo di lentezza. Achille corre dieci volte più svelto della tartaruga e le concede dieci metri di vantaggio. Achille corre quei dieci metri e la tartaruga percorre un metro; Achille percorre quel metro, la tartaruga percorre un decimetro; Achille percorre quel decimetro, la tartaruga percorre un centimetro; Achille percorre quel centimetro, la tartaruga percorre un millimetro; Achille percorre quel millimetro, la tartaruga percorre un decimo di millimetro, e così via all’infinito; di modo che Achille può correre per sempre senza raggiungerla. "
Zenone di Elea
(parole di Jorge Luis Borges)

Poche parole che racchiudono nella propria contraddizione l'essenza della vita di un artista, prima bambino normalissimo destinato alle migliori scuole francesi, poi orfano, figliastro, sguattero ma sempre un artista alla perenne ricerca della consacrazione definitiva, che può arrivare solo inseguendo un mondo, l'arte, in continua modificazione e quindi in continuo aggiornamento. Impersonato nell'età adulta dall'ormai sempre più eclettico Takeshi Kitano, rimane impresso nella memoria dello spettatore, non tanto perchè il film sia un capolavoro ma in quanto il personaggio raccontatoci, tratto da un soggetto fittizio scritto dallo stesso Kitano, rimane indelebilmente, con le circostanze grottesche della sua vita, una figura unica. La cosa certa, per quanto Machisu possa o non possa affermarsi come pittore riconosciuto globalmente, è che lui un artista lo è sempre stato.

8 commenti:

  1. Di Kitano, dopo Brother, non ho più visto nulla. I suoi film più vecchi comunque li adoro, prima o poi dovrò decidermi a recuperare anche i più recenti.

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  2. Del dopo Brother ti straconsiglio Dolls e Zatōichi... poi giusto aspettare il momento più adatto per certe visioni, si gustano meglio i film!
    Comunque adoro molto il cinema di Kitano, sia come attore che come autore è uno dei miei preferiti...

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  3. Takeshi Kitano non mente mai!

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  4. lunga vita a Takeshi Kitano il sincero!!!

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  5. Finalmente, dopo tre anni dall'uscita, sono riuscita a recuperarlo. E che delusione! Non piena, l'ultima parte del film mi è parecchio piaciuta; il resto mi ha lasciato molto perplessa, ho trovato che abbia preso l'argomento troppo alla larga, spesso indugiando sul mondo "cattivo" pure un po' troppo.

    Piuttosto, l'interpretazione che ne diamo è diversa? Io dal film capisco che la corsa per inseguire l'arte è superflua, che soltanto quando si è in pace con se stessi e si smette di tentare di stupire il pubblico allora si potrà vivere la propria passione con gioia e non più con apprensione... Mi è sembrata più una derisione del mondo "artistico"...

    La prima parte del film mi ha ricordato troppo L'estate di Kikujiro (bellissimo, inutile precisarlo), solo più forzato...

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  6. La prima parte sicuramente è sottotono, introduce con calma, anche troppa, la storia... ma io penso che sia proprio per il paradosso di Zenone, infatti si incomincia alla lunga e lentamente, poi passo passo si restringono tempi e circostanze. Da quando è adolescente fino alla fine è stato un enorme film, bellissimo, concordo mi è piaciuta parecchio l'ultima parte. La scena finale con la lattina è magnifica!!
    Sul mondo "cattivo" non saprei dire, alla fine è sempre molto ironico. Non è uno dei capolavori del regista.

    Per quanto riguarda il significato sono convinto che rimanga aperto per più interpretazioni e sicuramente il fatto che la pace con se stessi porta alla realizzazione e quindi alla "felicità" e uno degli elementi portanti. La corsa per inseguire l'arte può essere superflua ma è necessaria, per migliorarsi e quant'altro... alla fine perfino l'arte può essere interpretata metaforicamente, però generalizzo troppo, questo è un altro discorso...
    Sicuramente si può anche interpretare come una parodia della realtà "artistica", deridendo un mondo assurdo e ingiusto... e condivido anche questo punto di vista sia tuo che di Kitano.

    Poi L'estate di Kikujiro è fantastico, io adoro Takeshi Kitano, e tutto sommato è un'ottima base di partenza e di sviluppo...

    Complimenti per il messaggio, mi è piaciuto!

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  7. Ma l'arte esiste? A me è parso questo il quesito principale...
    Non avevo pensato alla lentezza legata al paradosso di Zenone! Interessante, mi sa che hai proprio ragione.

    Pure io adoro Takeshi! Credo sia l'unico regista di cui conosco a memoria la filmografia...

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  8. eh, arte nel senso di mestiere... dipende dal senso che diamo alla parola!
    In effetti è ampiamente dimostrato che i soldi, "il pane", era la figlia prostituta che glieli dava... poi dare un altro senso all'arte è difficile e hai pienamente ragione, non esiste, è una chimera, un'illusione, non tangibile per l'appunto (ricollegandosi poi al paradosso)!! A lui piace dipingere e sempre ha dipinto, per questo lui un artista lo è sempre stato. Questo è quello che conta.

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